Prestiti per dipendenti pubblici e privati: come ottenerli

I lavoratori dipendenti, siano essi privati o pubblici, hanno sempre ottenuto dalle banche e dagli altri istituti finanziari una vasta gamma di opzioni tra cui scegliere quando si tratta di prestiti personali. Una busta paga mensile costante è infatti la migliore garanzia possibile per le banche, che in situazioni come queste non esitano a erogare il finanziamento. Proprio la varietà di opzioni e alternative diverse può però far nascere qualche dubbio sulle procedure da seguire. Vediamo quindi come ottenere un prestito per dipendenti.

Partiamo dai dipendenti pubblici, la categoria più facilitata. Per gli statali è infatti molto più semplice accedere al credito, dato che difficilmente sono licenziabili. L’entità del prestito è estremamente variabile. In genere non può essere inferiore ai 1.500 euro, e può raggiungere i 75 mila euro. Come già accennato, le forme di prestito sono molteplici: il prestito personale “standard”, da utilizzato per tutti i bisogni del richiedente senza vincoli; il prestito finalizzato; la cessione del quinto dello stipendio e il prestito con delega dello stipendio. Tutte queste forme di prestito sono caratterizzate dal tasso fisso e da una istruttoria che in genere è più rapida rispetto al normale.

La somma finanziata viene messa a disposizione dalla banca tramite un bonifico bancario o un assegno circolare. Il rimborso delle rate può avvenire con un addebito automatico sul conto corrente o mediante il pagamento di bollettini postali. Nel caso della cessione del quinto o della delega dello stipendio, la banca o la finanziaria trattengono le rate prelevandole dalla busta paga.

La cessione del quinto dello stipendio si rivolge però soprattutto ai lavoratori dipendenti privati. In questo caso, il dipendente privato non deve versare alla banca le rate di rimborso come normalmente accade per i finanziamenti. Queste ultime sono prelevate direttamente dalla sua busta paga. Nel caso dei lavoratori privati però, a garanzia del prestito non esiste altro che l’impegno dell’azienda a versare la rata almeno finché il finanziato manterrà lo status di dipendente. Nel caso di insolvenza, la banca può comunque rifarsi sul denaro accantonato con il Trattamento di Fine Rapporto. Proprio per mitigare tali evenienze, la sottoscrizione del prestito al dipendente privato prevede contestualmente la stipula di una polizza assicurativa che tutela l’ente erogante dal rischio morte o perdita di lavoro. Per la richiesta del prestito da parte del dipendente è sufficiente presentare il cedolino, il documento di identità, il modello CUD ed il codice fiscale.

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