Con l’apertura dei primi due cantieri sono stati avviati gli interventi di manutenzione straordinaria delle quattro Fontane Mostre d’Acqua, i cui lavori saranno realizzati grazie all’elargizione liberale della Maison Fendi che ha già sostenuto il restauro della Fontana di Trevi e del Complesso delle Quattro Fontane, nell’ambito del progetto Fendi for Fountains.

 

Le fontane oggetto di manutenzione sono le mostre terminali di importanti acquedotti della città di Roma: l’acquedotto Traiano Paolo (Fontana dell’Acqua Paola al Gianicolo), l’Acquedotto Felice (Fontana del Mosè), l’Acquedotto del Peschiera (Fontana di piazzale degli Eroi) e l’Acquedotto dell’Acqua Vergine (Fontana del Ninfeo al Pincio).

Diverse tra loro per tipologia, tecniche di esecuzione e condizione conservativa, coprono un arco temporale dalla seconda metà del Cinquecento alla metà del Novecento.

 

L’intervento prenderà avvio con i cantieri della Mostra dell’Acqua Paola e della Mostra del Peschiera, la cui durata è prevista in 180 giorni, a cui seguiranno nei mesi successivi quello della Fontana del Mosè (tra luglio e agosto) e infine (tra settembre e ottobre) quello del Ninfeo del Pincio. La conclusione di tutti gli interventi è prevista entro il prossimo mese di novembre.

 

Il progetto dei lavori è stato redatto da tecnici della Sovrintendenza Capitolina e ha ottenuto l’autorizzazione di legge da parte delle competenti Soprintendenze di Stato. L’onere assunto dal mecenate è pari a complessivi € 280.000,00. L’esecuzione dei lavori è stata affidata, a seguito di gara con evidenza pubblica, alla ditta Methodos di Valeria Mallia, specializzata nel restauro dei materiali lapidei.

 

Gli interventi di manutenzione previsti dal progetto interessano soprattutto le vasche e tutte le zone inferiori dei prospetti delle fontane, maggiormente soggette a degrado e in linee generali consistono nelle operazioni di pulitura delle superfici, di rimozione del calcare, di trattamento biocida, di revisione delle impermeabilizzazioni delle vasche e di rifacimento delle stuccature non più funzionali. È previsto anche il controllo degli impianti idrici delle fontane e il ripristino di eventuali getti d’acqua non più funzionanti.

 

La fontana dell’Acqua Paola, nota anche come il “Fontanone del Gianicolo”, fu voluta da papa Paolo V Borghese (1605-1621), come terminale dell’acquedotto Traiano-Paolo, dopo il suo restauro nel 1608, sempre da lui promosso.

Il disegno della fontana, che si deve agli architetti Giovanni Fontana (1540-1614) e Flaminio Ponzio (1560-1613), riprende e amplia il modello già sperimentato pochi decenni prima per la Fontana del Mosè con espliciti rimandi agli antichi archi di trionfo. Per la sua costruzione, eseguita tra il 1610 e il 1614, furono utilizzati marmi di spoglio provenienti dal Foro di Augusto e dal Foro di Nerva, mentre le colonne, in granito rosso e grigio, appartenevano all’antica basilica costantiniana di San Pietro. Alla fine del Seicento si deve la costruzione dell’attuale monumentale vasca, opera dell’architetto Carlo Fontana. Danneggiata dai cannoni francesi durante la breve Repubblica Romana del 1849, la fontana subì un primo restauro nel 1859, a cui ne seguirono altri, fino al più recente intervento del 2002-2004 curato dalla Sovrintendenza Capitolina.

 

La fontana del Peschiera in piazzale degli Eroi fu realizzata in occasione del completamento dell’acquedotto del Peschiera, entrato in servizio nel 1949, come mostra terminale, sul modello di quanto fatto in passato dai pontefici, a loro volta rinnovatori di una tradizione che risale all’antica Roma. Inaugurata alla presenza del presidente della Repubblica Luigi Einaudi il 27 ottobre 1949, costituisce la più recente manifestazione di questa antica tradizione e si ispira nella forma alla fontana delle Naiadi, realizzata tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo successivo in piazza dell’Esedra (ora piazza della Repubblica) come mostra del nuovo acquedotto Pio – Marcio. Edificata velocemente in vista dell’Anno Santo del 1950 come struttura provvisoria, poi divenuta permanente, la fontana è costituita da una grande vasca circolare in cemento ad imitazione del travertino, all’interno della quale si eleva una composizione a più livelli a base ottagonale, circondata da bacini minori e decorata con valve di conchiglia.

La modestia del disegno e dei materiali costitutivi è compensata dall’effetto scenografico creato dai numerosi giochi d’acqua che coronano l’alto zampillo centrale, oggi raramente apprezzabile a causa del cattivo funzionamento dell’impianto.

 

La fontana del Mosè in piazza San Bernardo, fu eretta tra il 1585 ed il 1589 quale mostra terminale dell’acquedotto Felice, voluto da papa Sisto V (1585-1590), al secolo Felice Peretti, da cui prese il nome.

La fontana ninfeo del Pincio in viale Gabriele D’Annunzio e mostra terminale del nuovo Acquedotto Vergine, venne ideata dall’architetto Raffaele de Vico, all’interno della loggia nelle sostruzioni della panoramica terrazza del Pincio, quando nel 1936 venne rimossa dall’arcata centrale la statua equestre di Vittorio Emanuele II.

Fonte: Comune di Roma

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